mercoledì 18 novembre 2015

Acquaiuo’, l’acqua è fresca?



Chi si aspetta in risposta una verità spassionata deve porre la domanda a qualcuno che non sia direttamente coinvolto nella questione. Altrimenti, se ne va del suo buon nome o del lavoro che svolge, chi risponde lo fa in difesa dei suoi interessi.

Questo in sintesi è quanto successo nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco di Solofra Vignola sulla questione acqua.

Vale la pena - a questo punto - fare un po' di chiarezza rispetto alle parole proferite da Vignola nei giorni scorsi (anche a mezzo comunicato stampa) sulla legge approvata in Regione Campania sul riordino del servizio idrico integrato e su quelle che saranno le ricadute su un territorio particolare come quello di Solofra.

Il Comune di Solofra, Irno Service o chi per esso, manterrà la gestione dell'acqua nella città della concia? 

La famosa ATI (associazione temporanea di impresa) cui punterebbe Vignola per arrivare al dunque, non risulta essere interamente pubblica poiché non ha ad oggi rilevato ancora il restante azionariato privato della società municipalizzata Irno Service: pertanto la società in questione manca, ad oggi, dei requisiti necessari per l’affidamento della gestione del Servizio Idrico Integrato.

Pilatescamente Vignola ha asserito in conferenza stampa: “Non penso che l’Alto Calore Servizi tenterà di prendere Solofra, così come è il quadro politico attuale”.

Ovvio (poi però magari ci spiegherà che significa quadro politico attuale...).

L’Alto Calore Servizi - e Vignola lo sa benissimo - non ha alcuna intenzione di prendersi in carico la patata bollente di Solofra.

Ma questo avverrà comunque perché sono le nuove disposizioni normative nazionali (Sblocca Italia) che imporranno all’Alto Calore Servizi di diventare gestore unico in virtù del comma 3 dell'art. 172 del Dlgs n. 152/2006 (Sblocca Italia) che stabilisce che, per il conseguimento del principio di unicità del servizio, “… l'Ente di governo dell'ambito dispone l'affidamento al gestore unico il cui bacino complessivo affidato sia almeno pari al 25 per cento della popolazione ricadente nell'ambito territoriale ottimale di riferimento” (nel nostro caso, dell’Ato Calore Irpino) e che “… il gestore unico così individuato subentra agli ulteriori soggetti che gestiscano il servizio in base ad un affidamento assentito in conformità alla normativa pro tempore vigente e non dichiarato cessato ex lege alla data di scadenza prevista nel contratto di servizio o negli altri atti che regolano il rapporto”.

Dunque, il tempo darebbe per ora ragione alla tesi di Vignola ma è chiaro che questa fase di transizione è destinata a terminare con l'unico risultato dell'applicazione delle Leggi di cui sopra.

Almeno per ora, ripeto, nulla dovrebbe mutare. In attesa che si proporrà - di qui a breve - la discussione sugli aumenti tariffari (perchè questo avverrà, statene certi), Vignola farebbe bene a pensare ad altra strategia (anche mediatica) e non alla semplice difesa d'ufficio del proprio orticello (politico).

Anche perché se per l'acquaiuolo l’acqua è sempre fresca, "... manco ’a neve", la neve è destinata a sciogliersi prima o poi, rivelando un mondo sottostante che potrebbe non piacere né a Vignola né ai Solofrani.