giovedì 25 aprile 2013

La politica delle marchette

Questa poi...
In tempi di magra, il Comune di Solofra mi spende 300 euro per una marchetta sul quotidiano 'Il Denaro'.
La Giunta ha impegnato 280 euro + Iva per quello che in gergo si chiama 'pubbliredazionale', ovvero un'informazione pubblicitaria impaginata e redatta similarmente ad un normale articolo della testata giornalistica con l'obbligo da parte dell'editore di apporre in calce o in cima all'articolo la scritta "informazione pubblicitaria". Cioè 'na marchetta!
Ma almeno questa marchetta sarà pagata e regolarmente fatturata.

Di marchette e scandali della politica si sono occupati i maggiori media nazionali l'estate scorsa quando in Emilia Romagna vennero smascherati politici locali di vari orientamenti che coltivano l'usanza di fare a gara per "retribuire" i giornalisti che li intervistano: i politici, con tanto di stipula contrattuale, solevano tenere a libro paga le loro controparti, quelli che, secondo la visione anglosassone del ruolo dell'informazione, dovrebbero essere i "cani da guardia" dell'agire politico.

Vedi anche:
Consiglieri pagano le interviste in tv anche i 5 Stelle usano così i soldi pubblici


venerdì 12 aprile 2013

Parlamm e nun ce capimm

Leggo su Ottopagine (http://avellino.ottopagine.net/2013/04/12/sin-ok-ad-interventi-miratihttp://avellino.ottopagine.net/2013/04/12/sin-ok-ad-interventi-mirati) della replica del delegato all'ambiente del Comune di Solofra e di un assessore alla questione della bonifica dei Sin, tema sollevato di recente anche dal consigliere di opposizione De Piano.

Siccome è tardi e non mi va di intavolare un articolato discorso (ma gli interessati possono liberamente leggere il mio ultimo post e rispondere anche alle domande poste alla fine), in questa sede mi limiterò a copia&incollare un documento di una tal organizzazione che si occupa in genere di industrie, welfare e lavoro, nota col nome di Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil). Non lo so, forse un po' di autorevolezza ce l'ha.

Declassamento dei siti di interesse nazionale, la Cgil prende posizione contro il provvedimento del ministro Clini che ha portato al declassamento di diciotto siti. Fra questi anche quello del bacino idrografico del fiume Sarno nel quale ricade anche il comune di Solofra. “La nostra organizzazione ha più volte evidenziato l’importanza della bonifica dei Sin, denunciando la mancanza da parte dei Governi di volontà nel pretendere che i responsabili dell’inquinamento si facessero carico dei costi delle bonifiche, e di impegni concreti e risorse adeguate per la realizzazione dei Piani di Bonifica.

Infatti, le bonifiche ambientali vantano un bilancio fallimentare e restano oggetto soggetta a leggi speciali, a commissariamenti straordinari ecc..; di fatto una paralisi del sistema, che ci consegna una situazione peggiorata, costi esorbitanti e ci priva della possibilità di rimettere a reddito le aree interessate alla bonifica”.
Il decreto di Clini “... è preoccupante e negativo, in quanto ancora una volta, anziché procedere con le operazioni di bonifica e di rimessa a reddito, favorisce il disinteresse nazionale verso la salvaguardia del territorio, limitandosi a riversare le responsabilità e gli impegni all’ente regionale. Secondo il Ministero dell’Ambiente questo nuovo provvedimento snellirà le procedure, mantenendo gli impegni di finanziamento in capo al Ministero e condizionandoli alla definizione di Accordi di Programma; il che, supponiamo, preveda la disponibilità delle Regioni ad investire risorse proprie.

Questa conferma non può che indurre qualche dubbio. Infatti, in tempi di crisi, di tagli ai trasferimenti e di spending review è difficile pensare che le Regioni trovino nei propri bilanci le risorse necessarie. Inoltre, è interessante notare come il Ministero in questione sia riuscito, nel breve arco temporale intercorso tra il 7 agosto 2012 (Legge 134) e il 14 Novembre 2012, data di invio della comunicazione ministeriale alle Regioni sul declassamento, a maturare tutti gli elementi necessari per valutare quali siti escludere dalla classificazione nazionale. In realtà, dopo gli ingenti stanziamenti del Governo confluiti tutti in studi e perizie, senza che si attuasse compiutamente alcun Piano di bonifica, questo decreto può essere inteso come un ridimensionamento dei siti e dunque, delle responsabilità.

In tal modo in soli tre mesi si è gettata alle ortiche la speranza di una parte dell’Italia di rivedere i luoghi di appartenenza territoriale, recuperati dal punto di vista ambientale e riconsegnati per il loro riuso. Dunque, sebbene non sia cambiata la condizione di inquinamento dei siti, questi vengono affidati alle Regioni, definiti meno inquinati, senza alcuna evidenza scientifica e lasciando la valutazione dei rischi persistenti in capo alla Regioni”.

mercoledì 10 aprile 2013

Ancora (mio malgrado) sui Sin...

L'amministrazione comunale di Solofra è immobile, paralizzata alla sterile propaganda di regime da 12 mesi. Stamane, sul quotidiano principale della provincia, la notizia del "... via libera a Vignola sui Sin". Ma quale via libera? Il declassamento dei Sin a Sir è avvenuto a gennaio 2013, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (cioè l'entrata in vigore della disposizione di Governo) il 12 marzo, ovvero un mese fa. 
Cosa è cambiato sui Sin da maggio 2012 ad oggi? E siamo ancora ai tavoli in Regione per la questione della segregazione delle acque da spruzzo? Siamo ancora al "...sarà previsto un fondo di solidarietà per le fasce deboli" e al "... 5 per mille al Comune"? E il fondo di solidarietà previsto lo scorso anno?

Sui Sin in particolare, come già noto da ottobre 2012 (ovvero dall'ultimo incontro Comune-Ministero a Roma), il Decreto, ai sensi della L.134 approvata in pieno Ferragosto del 2012, declassa ben 18 aree S.I.N. (Siti di Interesse strategico Nazionale) ad alto impatto inquinanti a semplici S.I.R. (Siti di Interesse Regionale) affidando di fatto alle competenze locali i relativi processi di bonifica a cui le Regioni dovrebbero far fronte assumendosi oneri tecnici e finanziari pesantissimi.
Tra le 18 aree 'declassate' figurano quelle del bacino idrografico del fiume Sarno e i territori del solofrano e montorese.

Il prezzo più pesante di questa decisione lo paga il diritto alla salute di tutti i cittadini dei territori interessati - in quanto anche il Bacino idrografico del fiume Sarno risulta essere tra i SIN maggiormente gravati, con studi certificati (OMS, ISS, SENTIERI, Sebiorec, Gruppo di lavoro del Ministero della salute, ed altri finanche stranieri) da patologie croniche e tumorali - e lo pagano gli imprenditori e i titolari delle porzioni di territorio oggi classificati come S.I.R, il cui obbligo di bonifica esce dalle competenze del Governo centrale e viene affidata alla Regione Campania che, in tempi di spending review, è difficile immaginare trovi nei propri bilanci le risorse necessarie per bonificare queste aree, riuscendo a stento a provvedere al proprio ordinario.

Ancora una volta le Istituzioni a cui è delegato il compito di tutelare la vita e la salute delle persone, sulla governance ambientale troppo spesso affidata a decreti emergenziali o quanto meno approssimati, se non a leggi speciali, a commissariati straordinari e quant'altro, mostrano evidente disinteresse verso procedure di legge maggiormente efficaci, come quelle che facevano riferimento ai SIN e che risultano assicurare una più stringente ed efficace tutela per i territori interessati e che, l'attuale Decreto ministeriale, mina nella sua realizzazione.

In questo quadro, perchè l'amministrazione comunale di Solofra non si è impegnata a respingere con decisione il Decreto del Ministro dell'Ambiente per rimettere al centro dell'interesse politico l'urgenza della tutela del territorio che, in tema di bonifiche, non può che richiamarsi ad una responsabilità nazionale?
Perchè, nonostante si andasse a sbandierare ai quattro venti dalla scorsa estate circa rinnovate partnership con sottosegretari e dirigenti del Ministero dell'Ambiente, il Comune di Solofra ha accettato supinamente questa linea, "costringendo" di fatto le cosiddette 'imprese inquinanti' e i proprietari delle aree ricadenti nei SIR a Solofra a sobbarcarsi i costi delle verifiche tecniche (es. carotaggi e aerofotogrammetrie) e - ovviamente - i costi della 'decontaminazione'?

In cosa si è tradotto plasticamente "... l’impegno del Senatore De Luca" con il quale in periodo elettorale il sindaco e la sua maggioranza avevano "... aperto un canale di confronto con il Ministro all’ambiente per ottenerne la revisione" del piano dei S.I.N. a Solofra?