mercoledì 10 aprile 2013

Ancora (mio malgrado) sui Sin...

L'amministrazione comunale di Solofra è immobile, paralizzata alla sterile propaganda di regime da 12 mesi. Stamane, sul quotidiano principale della provincia, la notizia del "... via libera a Vignola sui Sin". Ma quale via libera? Il declassamento dei Sin a Sir è avvenuto a gennaio 2013, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (cioè l'entrata in vigore della disposizione di Governo) il 12 marzo, ovvero un mese fa. 
Cosa è cambiato sui Sin da maggio 2012 ad oggi? E siamo ancora ai tavoli in Regione per la questione della segregazione delle acque da spruzzo? Siamo ancora al "...sarà previsto un fondo di solidarietà per le fasce deboli" e al "... 5 per mille al Comune"? E il fondo di solidarietà previsto lo scorso anno?

Sui Sin in particolare, come già noto da ottobre 2012 (ovvero dall'ultimo incontro Comune-Ministero a Roma), il Decreto, ai sensi della L.134 approvata in pieno Ferragosto del 2012, declassa ben 18 aree S.I.N. (Siti di Interesse strategico Nazionale) ad alto impatto inquinanti a semplici S.I.R. (Siti di Interesse Regionale) affidando di fatto alle competenze locali i relativi processi di bonifica a cui le Regioni dovrebbero far fronte assumendosi oneri tecnici e finanziari pesantissimi.
Tra le 18 aree 'declassate' figurano quelle del bacino idrografico del fiume Sarno e i territori del solofrano e montorese.

Il prezzo più pesante di questa decisione lo paga il diritto alla salute di tutti i cittadini dei territori interessati - in quanto anche il Bacino idrografico del fiume Sarno risulta essere tra i SIN maggiormente gravati, con studi certificati (OMS, ISS, SENTIERI, Sebiorec, Gruppo di lavoro del Ministero della salute, ed altri finanche stranieri) da patologie croniche e tumorali - e lo pagano gli imprenditori e i titolari delle porzioni di territorio oggi classificati come S.I.R, il cui obbligo di bonifica esce dalle competenze del Governo centrale e viene affidata alla Regione Campania che, in tempi di spending review, è difficile immaginare trovi nei propri bilanci le risorse necessarie per bonificare queste aree, riuscendo a stento a provvedere al proprio ordinario.

Ancora una volta le Istituzioni a cui è delegato il compito di tutelare la vita e la salute delle persone, sulla governance ambientale troppo spesso affidata a decreti emergenziali o quanto meno approssimati, se non a leggi speciali, a commissariati straordinari e quant'altro, mostrano evidente disinteresse verso procedure di legge maggiormente efficaci, come quelle che facevano riferimento ai SIN e che risultano assicurare una più stringente ed efficace tutela per i territori interessati e che, l'attuale Decreto ministeriale, mina nella sua realizzazione.

In questo quadro, perchè l'amministrazione comunale di Solofra non si è impegnata a respingere con decisione il Decreto del Ministro dell'Ambiente per rimettere al centro dell'interesse politico l'urgenza della tutela del territorio che, in tema di bonifiche, non può che richiamarsi ad una responsabilità nazionale?
Perchè, nonostante si andasse a sbandierare ai quattro venti dalla scorsa estate circa rinnovate partnership con sottosegretari e dirigenti del Ministero dell'Ambiente, il Comune di Solofra ha accettato supinamente questa linea, "costringendo" di fatto le cosiddette 'imprese inquinanti' e i proprietari delle aree ricadenti nei SIR a Solofra a sobbarcarsi i costi delle verifiche tecniche (es. carotaggi e aerofotogrammetrie) e - ovviamente - i costi della 'decontaminazione'?

In cosa si è tradotto plasticamente "... l’impegno del Senatore De Luca" con il quale in periodo elettorale il sindaco e la sua maggioranza avevano "... aperto un canale di confronto con il Ministro all’ambiente per ottenerne la revisione" del piano dei S.I.N. a Solofra?

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