giovedì 7 agosto 2014

La "puzza" dei soldi, della fatica, del lavoro e della salute


E’ a puzz re’ sord!”. Diciamoci la verità: chi, tra noi solofrani, non ha mai replicato in questo modo agli amici dei paesi vicini che si lamentavano degli effluvi maleodoranti quando si passava sul raccordo all’altezza del depuratore? Rispondevamo così, tutti-indistintamente, anche magari chi tra noi la cui famiglia non aveva mai avuto a che fare col mondo della concia.
Io amavo aggiungere qualche postilla, se così possiamo definirla, all’ormai classico “… è a puzz re’ sord!”.

Per me quell’olezzo, a volte nauseabondo, che ti entrava in maniera violenta nel naso non era semplicemente il risultato dell’attività lavorativa del Distretto della Concia solofrana, di una economia in movimento, di un territorio del Sud che ‘produceva’. Era la ‘puzza’ di mio padre che si svegliava quando era ancora buio per andare a lavoro, era la ‘puzza’ dei miei nonni che con enormi sacrifici si recavano in quei posti a volte bui e infernali, aprivano bottega e così portavano ogni giorno il pane a casa, mai facendo mancare nulla ai propri cari.
Era fatica, sacrificio, stress. Ma era lavoro prima di ogni cosa e il lavoro, si sa, nobilita l’uomo, gli permette di esprimersi, di mettersi in relazione con gli altri, di contribuire al funzionamento e al miglioramento di ogni cosa che lo circonda.

Detto questo, abbiamo forse tenuto in secondo piano, tutti-indistintamente e per troppo tempo, le problematiche connesse all’impatto sull’ecosistema urbano delle attività delle grandi industrie insediate nel nostro territorio, mentre – parallelamente – andavano aumentando nel contesto cittadino eventi che avrebbero meritato la massima attenzione per suscitare approfondite riflessioni negli strati più ampi della popolazione.

E’ così che oggi emerge in maniera del tutto chiara che a causa della forte antropizzazione che ha subito il territorio dal post terremoto ad oggi, la falda acquifera sottostante l’area tra Solofra e il montorese risulta inquinata.

Le recenti dichiarazioni rilasciate dall’ing. Oreste Montano, esperto infrastrutture e consulente tecnico per Aato Calore Irpino, e depositate in sede di conferenza di servizi tenutasi il giorno 30 luglio 2014 alla Casa della Cultura V. Hugo di Avellino sull’inquinamento della falda idrica profonda nel Comune di Montoro e nel Comune di Solofra, parlano chiaro: occorre agire in fretta per contrastare l’espandersi dell’inquinante a valle della falda ma, soprattutto, occorre “… valutare la necessità di interessare le istituzioni competenti su rischio che la popolazione abbia già potuto subire danni dall’inquinamento dell’acqua potabile, come visto datato negli anni (prima del 2007, ndr), e pertanto sollecitare le stesse istituzioni di dare corso ad una indagine epidemiologica sulla popolazione per l’alta incidenza di malattie gravi connesse all’inquinamento”.

Nulla di nuovo, la questione era nota ai più. Ovviamente non stiamo parlando di un nuovo caso ‘Ilva’ né di una nuova ‘Isochimica’ (anche perché non disponiamo di dati a sufficienza per poter rilevare l’entità e la gravità di tale inquinamento). Ma nel caso-caos di Solofra non v’è contraddizione più stridente fra la legittima domanda di lavoro/occupazione di chi ha interesse alla prosperità delle fabbriche, di chi chiede maggiore attenzione per l’impatto sull’ecosistema e di chi già da tempo sottolinea giustamente come le questioni dell’impatto ambientale delle concerie sta già trovando soluzione grazie agli investimenti sinora realizzati dagli imprenditori (sempre totalmente autofinanziati).

Allora è auspicabile in questo senso - raccogliendo le legittime sollecitazioni della popolazione e dell’ambientalismo locale ad un drastico contenimento dell’impatto sull’ecosistema delle fabbriche - proseguire sulla strada degli interventi tecnologici volti a migliorare sistematicamente l’ecosostenibilità del Distretto conciario o, come per l’emergenza acqua di cui sopra, spingere per un piano di messa in sicurezza di emergenza. Ma è altresì auspicabile, evitando veri e propri salti nel buio, che l’amministrazione comunale e gli Enti a tutti i livelli si assumano le proprie responsabilità per portare a compimento un piano di caratterizzazione e bonifica che sia risolutivo dell’intera emergenza, così come previsto dal Testo Unico sull'Ambiente. E’ in gioco il futuro del Distretto. Di più, è in gioco la salute dei nostri figli.

@antopirolo

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