lunedì 9 marzo 2015

Consiglio comunale congiunto Solofra-Montoro, chi ce l'ha più lungo?



SOLOFRA/MONTORO – Dopo due rinvii si è tenuto lo scorso venerdì uno storico Consiglio Comunale congiunto, quello che unisce il civico consesso di Solofra e quello di Montoro. Oltre alla straordinarietà dell’evento, se la riunione della scorsa settimana avrà un seguito e porterà i suoi frutti è dato saperlo solo ai posteri o, come dice Battisti, "... lo scopriremo solo vivendo". Al momento, dopo ore di discussione, quello che si è prodotto è stato un documento, letto in aula alla presenza dei consiglieri rimasti e firmato dai due Presidenti di Consiglio. Il contenuto? Ad ascoltarlo è sembrato simile ad un vero e proprio programma elettorale (incombono le Regionali…). Alcuni lo definirebbero un libro dei sogni. Una serie di politiche di collaborazione tra le due città che devono avere un unico progetto, diretti da una unica struttura, una sorta di cabina di regia: sarà compito delle classi politiche montoresi e solofrane attuare tutto ciò affinché non rimangano solo parole come quelle contenute nelle ultime due campagne elettorali che hanno visto protagoniste la città della concia nel 2012 e quella di Montoro unita lo scorso anno.

Il timore (più che fondato) è, però, che l’appuntamento di venerdì scorso possa rappresentare solo l’ennesima passerella. Ciò lo si evince dal tenore delle parole usate nel corso del dibattito. Come ad esempio “… il nostro intento è quello di riappropriarci del ruolo di rappresentanti del popolo”, “… unità e collaborazione senza distinzione di colori politici”, “… è un onore ed una grande soddisfazione”, “… Solofra ha bisogno di Montoro e Montoro ha bisogno di Solofra, ognuno nelle sue specificità, senza duplicazioni”.

Insomma – figurativamente – Solofra e Montoro hanno ballato per tre ore, tutte e due con la mano appoggiata cavallerescamente sul culo dell’altro, pur tuttavia senza provarci mai davvero.

Personalmente, a me ha dato l’impressione di aver assistito ad un gioco squallido come una lotta per le briciole, squallido come una gara a chi ce l’ha più lungo. Ma si sa che gli uomini (intesi come razza) hanno l’attitudine naturale a misurarsi gli uni con gli altri. Lo si faceva da piccoli con le misure del pisello, da giovani con le prestazioni sportive, da adulti con le rivalità che scaturiscono dalla vita sociale, economica e di relazione, da vecchi con l’insipienza delle illusioni giovanili e con la generale mancanza di saggezza; nel mezzo, a condimento di tutto questo, c'è l’amore per l’avventura, il rischio, l’agone ed il primato.

Cose - queste ultime - che non appartengono di sicuro alla classe politica di Solofra (senza distinzione di sorta tra maggioranza e opposizione) ma che, al contrario, connotano l’agire amministrativo di Mario Bianchino, l’unico – tra i due consessi – che si è distinto per avere pronunciato frasi di senso compiuto, senza mai limitarsi alla sola presa di coscienza e ai dati di fatto.


Il mio non vuol essere un endorsement al primo cittadino montorese, sia chiaro, ma l’ennesimo sprone ai politici e politicanti (e presunti tali) di casa nostra – ultimamente troppo impegnati ad appuntarsi al petto inconsistenti medaglie di cartone – ad agire concretamente nell’esclusivo interesse della comunità locale.

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