mercoledì 11 luglio 2012

Depurazione e Sii, Buonanno e Pirolo: "Solofra non è sinonimo di inquinamento. Attendiamo progettualità dal Comune"


Solofra -- "La recente visita del Sottosegretario all'Ambiente, Ing. Tullio Fanelli, è stata utile se non altro per riaffermare con forza che, parlando di concia e Distretto, Solofra non è sinonimo di inquinamento". A riferirlo in una nota sono Giulio Buonanno e Antonio Pirolo che commentano così gli ultimi sviluppi sulle questioni dirimenti per il Distretto conciario, quali l’ambiente, i costi di produzione, la vicenda depurazione e il sistema idrico integrato. "Però la nostra classe dirigente - continuano i due - non può e non deve soltanto limitarsi alla convocazione di tavoli istituzionali. Auspichiamo che l'attuale amministrazione comunale faccia valere il proprio peso politico e amministrativo all'interno degli Enti di Governo territoriale. Le questioni ambientali legate al comparto concia sono la tappa obbligata per il traguardo del rilancio del Distretto; nondimeno attendiamo di conoscere  con chiarezza le progettualità e i piani di sviluppo del settore". 

"La nostra cittadina - scrivono Buonanno e Pirolo - è da decenni additata come la causa principale dell’inquinamento del fiume Sarno, noto alle cronache come il fiume più inquinato d'Europa. Ancora oggi, gran parte dei residenti e delle associazioni presenti nel comprensorio Foce Sarno indicano nel Distretto conciario la causa principale del mancato recupero ambientale del territorio stabiese, ignorando che Solofra ha storicamente sempre avuto un depuratore e un sistema fognario funzionante, strutture, queste, ancora mancanti o non complete in diversi Comuni del bacino del fiume".

Depurazione. "Il passo d'addio del commissariato per il superamento dell’emergenza Sarno - continuano Buonanno e Pirolo - è stato quello di aumentare le tariffe della depurazione del 20%, giustificando tale aggravio in relazione alla minore produzione di reflui da parte delle industrie conciarie a seguito della contingenza economica, con conseguente riduzione delle entrate tariffarie di 200mila euro mensili. Resta tuttavia ancora da sciogliere il nodo relativo alla vicenda delle acque di spruzzo, sulla cui vicenda pende ancora la spada di Damocle dell'ordinanza n.166 del 22.06.2004. Il commissariato ha infatti disposto che queste acque dovessero essere segregate e quindi non potessero afferire al depuratore di via Carpisano insieme con le altre acque di concia. In questi anni con i fondi messi a disposizione dal Governo e dalla Regione (complessivi 13,7 milioni di euro) sono stati predisposti progetti, espletati bandi di gara e affidati gli appalti in tempi ridotti ed i lavori ad oggi sono conclusi.  
L’intervento relativo alla rete fognaria di Solofra ha previsto la realizzazione di adeguate infrastrutture per il convogliamento dei reflui industriali, civili e delle acque meteoriche, in modo da consentire l’adduzione all’impianto di Solofra unicamente dei reflui derivanti dalle attività industriali, con notevoli benefici per il ciclo depurativo. Dunque, i presupposti per il veto non hanno più ragione di esistere. In questo senso la Regione ha mostrato di recente segnali di apertura alle aziende del comparto conciario. Se anche le acque di rifinizione dunque verranno conferite all’interno dell’impianto di depurazione, le nostre imprese conciarie potranno finalmente vedere un sensibile abbattimento dei costi di gestione ed un conseguente rilancio sul piano commerciale e in termini di forza lavoro".

Sistema idrico integrato (Sii). "Solofra non paghi per colpe altrui - ribadiscono Buonanno e Pirolo - All'Ato Calore Irpino, i nostri amministratori chiedano di valutare con grande attenzione l’individuazione del soggetto che dovrà subentrare nella gestione dell’impianto di depurazione di Solofra, preservando quello che è il tessuto aziendale del paese. Qualora fosse una delle municipalizzate solofrane, o quel che ne verrà fuori dall'accorpamento, a risultare affidataria del Sii, la gestione della depurazione ed annessa gestione della rete fognaria industriale dovrà essere ceduta ai conciatori (questi si faranno carico sia delle spese di gestione che degli investimenti), purchè la governance resti in mano pubblica. Si tratta di una scelta strategica, che negli anni a venire garantirà al Distretto la minimizzazione dell’impatto ambientale, ottimizzerà allo stesso tempo i costi dell’operazione; permetterà il costante adeguamento dell’impianto alle migliorie tecnologie ed il rispetto dei valori limite di scarico, divenuti negli ultimi anni sempre più restrittivi", concludono i due.

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