giovedì 20 dicembre 2012

I marò tornano a casa per Natale

Una bella notizia arriva dall'India. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò detenuti dal febbraio scorso con l’accusa di omicidio, potranno passare il Natale a casa.

L'ha deciso l’Alta Corte del tribunale del Kerala che ha autorizzato una licenza di due settimane. La decisione ora deve essere approvata dal governo indiano, che già si era espresso positivamente.

Per la licenza natalizia dovrà essere lasciata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a oltre 826 mila euro. "Abbiamo appreso la notizia con grande sollievo - commenta il ministro degli Esteri Giulio Terzi -. Una prova della sensibilità indiana per i valori piu sentiti del popolo italiano per l’importante festività natalizia".

Oltre alla cauzione tra le condizioni poste dall’Alta Corte c’è anche quella di una dichiarazione giurata dell’ambasciatore d’Italia in India e dal console generale di Mumbai che deve essere presentata al tribunale di Kollam dove è in corso il processo. La licenza non può superare la data del 10 gennaio. Inoltre, come ha spiegato l’avvocato Vijaya Bhanu, "le autorità italiane dovranno segnalare alla polizia di Kochi i movimenti dei due militari".

I due fucilieri sono stati arrestati in India lo scorso 19 febbraio, con l'accusa di aver sparato dalla nave Enrica Lexie contro due pescatori indiani, uccidendoli, dopo averli scambiati per pirati. L’India, è bene ricordarlo, non aveva (e non ha) alcuna giurisdizione in merito all’accaduto, perché in base a quanto comunemente riconosciuto dall’ordinamento internazionale – e sancito nell’articolo 87 della Convenzione dell'Onu sul diritto del mare del 1982 – nelle acque internazionali lo Stato della bandiera è il solo soggetto legittimato ad esercitare poteri coercitivi nei confronti delle navi iscritte nei propri registri. E visto che la sparatoria si era verificata in acque internazionali, non c'erano dubbi sulla competenza giurisdizionale italiana. La vicenda, però, si è trascinata per mesi, innescando una lunga ed estenuante battaglia nelle aule giudiziarie, tuttora in corso. Sulla questione centrale della vicenda - ovvero a chi spetti la giurisdizione - si attende ancora la pronuncia della Corte Suprema indiana, che però nei giorni scorsi ha rinviato di tre mesi la decisione.

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