martedì 5 giugno 2012

Il Sole24Ore - I distretti della concia fanno sistema

Da Il Sole24Ore

Santa Croce sull'Arno -- I distretti della concia di Arzignano (Vicenza), Santa Croce sull'Arno (Pisa) e Solofra (Avellino) – che insieme realizzano il 90% della produzione italiana di pelli conciate (4.879 milioni il valore 2011, +7,9% rispetto all'anno precedente, con un export del 78%, ma con volumi in leggero calo) e mantengono ben stretta la leadership europea – provano a unire le forze su temi d'interesse comune come l'ambiente, l'innovazione e la formazione. "Stiamo pensando a un'integrazione operativa dei distretti, coordinata a livello nazionale, in modo da fare rete mettendo insieme i nostri punti di eccellenza", ha proposto Franco Donati, presidente dell'Associazione conciatori di Santa Croce, in un convegno organizzato nella cittadina toscana. 
Per realtà produttive che fino a oggi hanno marciato in autonomia, si tratta di una svolta strategica. Dopo il biennio 2010-2011 in cui la domanda internazionale e quella delle griffe hanno "salvato" il settore (non ancora tornato ai livelli pre-crisi), quest'anno gli ordini si presentano a macchia di leopardo e lo scenario appare incerto. "Un tempo si diceva che all'industria conciaria servivano acqua, materia prima e manodopera – ha spiegato Rino Mastrotto, presidente di Unic (Unione nazionale industria conciaria) – ma oggi queste cose non bastano più: a ostacolarci ci sono i dazi che sottraggono le pelli grezze al libero scambio, una pressione fiscale insostenibile e una politica creditizia scellerata per una delle industrie conciarie più importanti al mondo". 
Allarmato è Walter Peretti, presidente della sezione concia di Confindustria Vicenza, che ha aggiunto ai "mali" del settore la burocrazia, il cuneo fiscale, i problemi di depurazione: "Gli imprenditori da soli questa volta non ce la faranno: o il sistema-Italia decide di darci una mano, o il declino è assicurato". Un sostegno dovrebbe arrivare anche da oltreconfine secondo Michele De Maio, presidente del distretto di Solofra, che infatti ha invocato "l'aiuto dell'Europa". 
"Vediamo difficoltà ovunque", ha spiegato Salvatore Mercogliano, direttore di Unic, ricordando la proposta di legge presentata per tutelare le parole italiane "pelle, cuoio e pelliccia" e impedirne l'utilizzo su prodotti d'importazione, come invece è già accaduto più volte. "Ma la proposta è stata impallinata da altri segmenti della filiera che non vogliono la trasparenza", ha sottolineato Mercogliano. "Un Paese come l'Italia, che è un trasformatore di materie prime, deve difendere la trasparenza dei suoi prodotti", ha invitato Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison. "La difesa del manifatturiero non è una battaglia di retroguardia – ha aggiunto – dobbiamo studiare un meccanismo per premiare le aziende che non hanno licenziato e continuano a fare utili".

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